La grande narrazione

Come uscire da questo pasticcio

Dice Seneca che non esistono venti favorevoli per il marinaio che non ha una meta. Finché non ci poniamo in prima persona le domande che aprono questo articolo, la meta non l’abbiamo.

Finché la politica sarà basata sull’inutile e ozioso battibecco destra – sinistra, la grande narrazione regnerà sovrana e onnipotente, anzi, è proprio questa farsesca contrapposizione che potenzia gli oscuri che conoscono molto bene il principio divide et impera.

Finché i cittadini dei vari paesi del mondo non apriranno gli occhi e non vedranno, finché penseranno che si tratta di opinioni politiche – per cui una vale l’altra – e non andranno a ragionare su dati e numeri, finché tutti si informeranno solo tramite i comodi canali televisivi addomesticati invece che ricercando intelligentemente e faticosamente nel potente strumento di informazione che è la rete, saremo tutti spacciati.

Solo aprendo gli occhi è possibile intraprendere la strada per uscire dall’incubo della povertà mondiale.

Le soluzioni non possono essere cercate sul piano della tecnica politica o finanziaria, debbono necessariamente essere cercate sul piano del pensiero, degli obbiettivi, delle idee, della scelta di dove si vuole arrivare. Solo allora potremo rivolgerci a dei tecnici per trovare soluzioni, ma l’obiettivo deve prima essere chiaro e definito.

E questo obiettivo non può essere altro che etico – intendendo con questo termine il massimo bene possibile per il massimo numero possibile di persone – perché qualsiasi altro tipo di pensiero non può che creare nuovi immancabili disastri.

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