La grande narrazione

Anche i ricchi potrebbero piangere

Immaginate di avere duecentomila miliardi di Euro. Una cifra così grande che se la scrivete tutta in cifre probabilmente sbagliate qualche zero.

Vogliamo elencare quali sarebbero le vostre più grandi paure?

Da questo elenco sarà facile capire quali sono i grandi pericoli da cui la grande finanza speculativa si deve tutelare: l’aumento dell’inflazione, le regole che tutelano i piccoli soggetti economici, le limitazioni al libero scambio, l’instabilità politica, la democrazia. Osserviamo questi fenomeni uno per uno:

  1. Inflazione – per il cittadino comune l’inflazione è la manna dal cielo. Per favore, non citatemi come esempi di inflazione l’Argentina, il Venezuela e la repubblica di Weimar! La grande narrazione usa questi casi come i devoti usano il rosario. Lì non si tratta di inflazione ma di mancanza dei beni primari, come il cibo. La vera inflazione non nasce dalla fame ma da un moderato benessere, si verifica quando un venditore scopre che se alza un po’ i prezzi non perde alcun cliente. Se c’è un’inflazione del 10% annuo (percentuale ipotetica) il mutuo sulla casa, sulla macchina o sugli elettrodomestici diminuisce del 10% all’anno. È anche grazie all’inflazione che è stato realizzato il miracolo economico italiano degli anni ‘60. L’inflazione, se rischia di gonfiarsi, è facile da contenere: basta aumentare le tasse. Ma per un multimiliardario l’inflazione è l’incubo degli incubi, il suo capitale, cioè il suo unico vero bene, diminuisce del 10% all’anno! È la più grande delle catastrofi!
  2. Deregulation – la grande narrazione preferisce spesso il termine suadente e ipocrita di semplificazione. Da qui cogliete lo strapotere della grande narrazione: qualcuno ha mai visto delle semplificazioni burocratiche? Eppure c’è perfino un ministero apposito del quale nessuno si è mai accorto. Mai ci sarà una semplificazione: il piano degli oscuri è quello di abolire le regole che tutelano i piccoli soggetti economici dallo strapotere dei grandi ed eliminare quelle regole che danno diritti ai cittadini e ai consumatori. Pur se chiamate semplificazioni sono tutte basate su cavillose complicazioni burocratiche, le quali hanno due immensi vantaggi:
    1. più la burocrazia è complicata più lo stato emette multe e sanzioni che vanno a creare un gettito economico che si aggiunge alle tasse
    2. le grandissime aziende hanno un grande staff burocratico che non viene particolarmente scosso da nuovi adempimenti, mentre i piccoli soggetti si trovano a perdere così tanto tempo per districarsi negli estenuanti adempimenti da non riuscire più a lavorare. Chiedetevi perché nessuna circolare del ministero delle entrate ha una lunghezza inferiore a 100 pagine.
  3. L’idea stessa del libero scambio è particolarmente seducente, ma il libero scambio della grande narrazione è tutt’altro. Vuole dire spostare senza dazi o altre limitazioni ogni produzione in luoghi dove i lavoratori sono pagati quasi nulla, non hanno diritti, limitazioni di orario, vacanze, giorno di riposo settimanale, diritto alla maternità, alla disoccupazione, alla sicurezza degli impianti, alla salubrità del posto di lavoro, ad un contratto nero su bianco che stabilisca regole. Insomma sono schiavi a tutti gli effetti. Sentite quanto suona bene chiamare libertà di scambio quella che è la schiavitù!
  4. Stabilità politica: quando si corrompe qualche funzionario, quando si ricatta qualche ministro, quando si deve progettare una complessa strategia di spoliazione di beni pubblici, è importante che funzionari e ministri rimangano allo stesso posto il più a lungo possibile per fare meglio fruttare gli investimenti in tangenti. L’ideale sarebbe addirittura che i governi non finiscano mai. Se i cittadini vanno alle urne è un pericolo, anche perché l’incognita di quale maggioranza potrebbe uscire dalle elezioni crea problemi alle speculazioni finanziarie più complesse. La grande narrazione in tal caso fa grandi elogi della stabilità e preferisce qualsiasi governo di inciucio a qualsiasi elezione. Già il nome stabilità è tutto un programma, se la si chiamasse mummificazione non suonerebbe così bene.
  5. La democrazia – È una forma di governo pericolosa per la grande finanza e va eliminata senza che nessuno se ne accorga e sostituita con l’oligarchia finanziaria. Tutto è molto semplice, basta creare gli equivoci giusti. Sappiamo che la democrazia non è il semplice eleggere i propri rappresentanti, ma il fatto che tali rappresentanti possano nominare o sfiduciare un governo. Questo specifico potere, fin dai tempi della Magna Charta, è la principale funzione della democrazia. Bene, avete mai sentito parlare di fiducia e sfiducia nel Parlamento Europeo? Avete mai visto nominare la Troika? L’organo di governo più importante dell’Europa, la Troika, che in russo significa terzetto, è composto da un rappresentante della Commissione Europea, uno della Banca Centrale Europea (BCE) e uno del Fondo Monetario Internazionale. Insomma, un rappresentante della politica (si fa per dire) e due della finanza. Ovviamente nessuno di questi è eletto dai cittadini, i quali eleggono regolarmente un parlamento che ha come unico compito quello di legiferare regole per la produzione di beni e servizi. Ma quando ci sono problemi finanziari (vedi Grecia e Cipro, o anche l’Italia se verrà sottoscritto il MES e non lo si potesse rimborsare nei tempi pattuiti) il governo della nazione viene esautorato e sostituito con la Troika. In Grecia abbiamo visto che tragedia è stato l’utilizzo di quello che ipocritamente viene chiamato “fondo salva stati”. Bella la democrazia europea, vero? Ma se così non vi piace sappiate che siete dei perfidi antieuropeisti.

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