La grande narrazione

Vi derubiamo per il vostro bene

Gli oscuri hanno bisogno di consenso non meno dei politici. Essere straricchi in un mondo che muore di fame è troppo pericoloso, si rischia di essere linciati. Quindi gli straricchi hanno bisogno della benevolenza affettuosa dei rapinati, e questa si ottiene con la grande tecnica che dà il titolo a tutto questo articolo: la grande narrazione, che gli orientali chiamano Maya, la grande illusione. Gli umani, come è noto, non sono minimamente interessati ai fatti ma alle narrazioni, e quindi sono pecore ideali da macellare a piacimento purché il racconto sia sufficientemente convincente.

Per giustificare il sacrosanto diritto dei rapinatori di appropriarsi dei beni dei rapinati occorrono alcuni accorgimenti di base:

  1. Asservimento dell’informazione – questo è un dato di fatto, perché i giornali e le televisioni sono tutte in mano alle multinazionali, quindi la grande narrazione è gestita dal meglio del giornalismo esistente. Le migliori penne e i migliori anchormen sono perfettamente allineati. Guarda caso i direttori del Corriere e di Repubblica e altri importantissimi giornalisti (es. Lilly Gruber) sono partecipanti fissi al gruppo di Davos (il consesso dei grandi finanzieri della terra che si incontrano ogni anno in questa località Svizzera per decidere il futuro economico e politico del pianeta) e del gruppo Bilderberg (una cosa simile a Davos, tranne che gli incontri si tengono in una località diversa ogni anno). Entrambi questi incontri sono segretissimi e nessuno può comunicare all’esterno quello che viene detto, ottimo punto di partenza per un giornalista.
  2. Eliminazione del dissenso – ci sono due modi semplici per eliminare il dissenso, gli slogan liquidatori e gli oscuramenti dell’informazione. Tutte le persone che vedono le cose in maniera diversa vengono liquidati sbrigativamente come complottisti (perché chi nota che i soli 147 soggetti che posseggono quasi tutte le risorse del mondo sono saldamente legati tra di loro da intrecci azionari è un complottista), sovranisti (perché per la Costituzione “la sovranità appartiene al popolo” e non alla finanza), negazionisti, fascisti, terrapiattisti e altri sfoghi di fantasia. Le notizie sono vagliate dei cosiddetti “fact checkers”, aziende private di proprietà dei grandi gruppi editoriali, a loro volta proprietà delle grandi multinazionali, che hanno il compito di mettere a tacere le opinioni dissenzienti chiamandole “fake news” e quindi di decidere ciò che è vero e ciò che è falso. Non intendo giustificare le “fake news”, ovviamente, quello che non giustifico è il modo di stabilire la verità che non passa per tribunali o commissioni indipendenti ma per aziende formate da coloro che hanno interessi privati in una determinata narrazione. Gli oscuramenti sono più banali da raccontare: appena una fonte di informazione non coincide con la grande narrazione e raggiunge troppi utenti va chiusa. Così le televisioni italiane Byoblu e SoleTV sono state oscurate senza preavviso (pur essendo regolarmente iscritte al tribunale come aziende di informazione) dai servers di YouTube che le ospitavano perché “non in linea con la policy della community”, mostrando come aziende private come YouTube possono prevaricare il diritto di parola costituzionalmente sancito.
  3. Ce lo siamo meritati – la grande narrazione deve convincere che il comportamento dei rapinatori è stato reso indispensabile dai rapinati. Un esempio su tutti: viene raccontato che lo sforamento del debito pubblico italiano è dovuto al fatto che “gli italiani hanno vissuto al di sopra delle loro possibilità”. A nulla valgono i numeri che mostrano come l’Italia è il paese economicamente più virtuoso d’Europa perché è l’unico che ha avanzo primario, cioè incassa più di quanto spende, cosa che non fa nessun altro paese in Europa. Inoltre l’Italia è pure contributore netto dell’Unione Europea in quanto riceve meno soldi di quanti ne dà. La grande narrazione dice che è giusto rapinare porti ed aeroporti, autostrade, aziende, terreni, ville, casali e altro per compensare lo scialo degli italiani e nessuno lo mette in dubbio. Con tale propaganda martellata a reti unificate, nessuno vorrà mai leggere i veri bilanci, mentre si subisce la derisione dei paesi del nord che, per negare aiuti legati alla ripresa post virus, si fanno chiamare “frugali”. Pure la spoliazione di tutte le risorse della Grecia e di Cipro, ridotte totalmente alla fame, furono basate sempre sul concetto: “se lo sono meritati
  4. I mercati lo vogliono” –dobbiamo fare i compiti a casa” “lo vuole l’Europa”. Per fare approvare provvedimenti politicamente inaccettabili, occorre presentarli come economicamente inevitabili. Quindi la svendita a tappeto del patrimonio pubblico avviene con slogan moralmente indegni che, però, la fanno sembrare ineludibile. I depredati sono i veri cattivoni, e il furto dei loro beni è un atto internazionale di risarcimento. I cattivoni vengono chiamati PIGS (=maiali) e sono Portogallo, Italia, Grecia e Spagna. Si sono dimenticati di Cipro, perché è troppo piccola. Se poi lo squalo che ti sottrae tutti i tuoi beni si chiama mercato o si chiama Europa, essendo questo un nome generico e imponderabile non ti potrai mai rivalere su di esso, non potrai mai trattare, vederlo negli occhi, citarlo in tribunale perché è un’entità più imperscrutabile dello Spirito Santo.
  5. I perfidi evasori – L’evasione fiscale è un mantra amatissimo dalla grande narrazione. I narratori vengono a dire che se tutti pagassero le tasse queste ultime scenderebbero: balla sacrosanta perché negli ultimi 30 anni gli introiti del fisco sono saliti quasi a ramo d’iperbole e le tasse, accompagnate da feroci tagli di spesa, sono salite in egual misura, quasi fosse una rincorsa. Ma la grande narrazione racconta di continuo che i problemi dell’economia sono da imputarsi agli evasori. A questo punto occorre chiedersi: chi sono questi famigerati evasori? Secondo la grande narrazione sono le numerosissime piccole aziende, gli artigiani che arrotondano con un secondo lavoro perché non arrivano a fine mese, quelli che emettono una fattura in meno, altrimenti non sopravvivono, quelli che pur essendo pensionati lavorano ancora. Ma è obbligatorio tacere delle immense multinazionali che evadono alla luce del sole centinaia di volte le cifre in oggetto. Amazon, Google, Facebook, Twitter incassano miliardi su miliardi e la pandemia è stata per loro la più grande manna del cielo, ovviamente le tasse le pagano nel paradiso fiscale olandese dove hanno trattato con il governo un’aliquota inferiore al 2% (prontissimi a spostare il domicilio fiscale altrove in caso di ripensamenti). In Italia queste aziende pagherebbero tasse immensamente superiori e, grazie alla loro evasione fiscale, che è evidente concorrenza sleale, fanno chiudere – soprattutto Amazon – migliaia di negozi di attività artigianali e commerciali.
  6. Pubblico è male, privato è bene è lo slogan più pericoloso della grande narrazione che ha bisogno di sciorinare e sbattere in prima pagina le inefficienze e gli sprechi della politica non per sostenere un’opera di moralizzazione e miglioramento della spesa, ma per sostenere che tutti i beni pubblici vanno privatizzati. Il messaggio è che, piuttosto che in mano pubblica, i beni dello stato è meglio che vengano venduti ai privati così gli incassi almeno servono a ridurre il debito pubblico. Quindi porti, aeroporti, stazioni ferroviarie, aziende di trasporti (es. Ferrovie dello Stato), di smaltimento dei rifiuti, elettriche, energetiche, e infinite altre vanno vendute al più presto. Perfino i monopoli di Stato e la Banca d’Italia sono stati venduti a privati. Questa distruzione selvaggia di tutto quello che è pubblico si chiama privatizzazione, parola che significa cedere tutte le risorse pubbliche nelle mani degli speculatori internazionali. I cittadini italiani hanno sempre mostrato contrarietà, ma la volontà popolare si scavalca facilmente. Facciamo un esempio: il 12 e 13 giugno 2011 i cittadini italiani con una schiacciante maggioranza (affluenza 54,81%, quorum raggiunto, percentuale favorevoli 95,35) dichiararono che l’acqua era un bene pubblico. Precedentemente l’assemblea dell’ONU aveva dichiarato l’acqua addirittura un diritto umano fondamentale. Ebbene, visto che questo referendum ostacola gli speculatori che sull’acqua prevedono di costruire imperi, è stata leggermente modificata la legge di cui il referendum modificava un articolo, e quindi l’intero referendum è stato invalidato a posteriori perché abrogava una legge modificata. E, per fatale coincidenza, il prezzo dell’acqua potabile è aumentato del 600% negli ultimi 10 anni. Stupendo, vero? Voglio anche ricordare le Autostrade, costruite a spese del contribuente e vendute ad una società straniera (quindi pagano le tasse all’estero) che si intasca i copiosissimi pedaggi annualmente aggiornati e in cambio non fa neppure manutenzione (oltre al ponte di Genova che il 14 agosto 2018 provocò 43 morti e 566 sfollati, i cedimenti e i crolli per scarsa manutenzione sono stati numerosi, come la caduta del ponte di Ancona). Una volta privatizzate, le aziende possono essere spolpate e distrutte. Mi spiego: si compra l’azienda a prezzo di saldo, si acquisisce l’elenco dei clienti e lo si vende alla concorrenza (vedi ILVA di Taranto), i brevetti relativi al prodotto vengono venduti, si licenziano tutti i lavoratori e l’eventuale produzione viene delocalizzata nel terzo mondo: in un paio d’anni l’azienda non esiste più, lasciando però parecchio denaro nelle tasche degli speculatori e tanti disoccupati per strada. Mario Monti quando fu presidente del Consiglio e Mario Draghi quando fu direttore generale del ministero del tesoro e della Banca d’Italia furono dei grandissimi maghi di queste pratiche di privatizzazione, svendendo tutti i beni pubblici che riuscirono a svendere. Uso il verbo svendere invece che vendere perché tali privatizzazioni non furono fatte in momenti favorevoli di mercato ma furono fatte con fretta e furia in modo che il prezzo di vendita, come sempre avviene in questi casi, fosse deciso dai compratori. Draghi, tuttavia, ha superato di gran lunga Monti, in quanto, dopo gli immensi danni fatti in Italia, diventato presidente della BCE è stato uno dei tre della troika che ha liquidato tutti i beni della Grecia, ma grazie alla grande narrazione non viene considerato l’uomo che ha rovinato più stati, aziende e famiglie in Europa negli ultimi 70 anni, ma il nuovo salvatore della patria. Monti, tuttavia, per non essere troppo da meno, si è preso una piccola rivincita riuscendo a inserire il pareggio di bilancio in Costituzione, rendendo la spesa pubblica un incubo e, soprattutto, trasformando compiutamente lo Stato in azienda.
  7. Il buonismo – Tutti i grandi squali della finanza speculativa sono, ma guarda, grandi filantropi. Fanno a gara a donare scuole in Africa, giocattoli in India e zanzariere a Ceylon. Tralasciando il fatto che la filantropia è pure detraibile dalle tasse, è fondamentale per i grandi rapinatori farsi fotografare nell’atto di beneficare i rapinati, perché il mondo vive di immagine e di sola immagine. Spesso si tratta di carità pelosa, infatti molti prodotti alimentari e farmaci scaduti vengono donati all’Africa perché questo è il modo più elegante ed economico di smaltire immense quantità di rifiuti speciali facendosi pure passare per benefattori. Nessuno più degli oscuri parla di bontà, di libertà, di democrazia, di eguaglianza di diritti. Importanti associazioni benefiche e moltissime ONG (sia chiaro, moltissime di queste svolgono lavori encomiabili, ma alcune di queste spesso sono finanziate dai grandi squali che creano quei problemi che tali associazioni dovrebbero risolvere) sono finanziate dalle più grandi multinazionali del mondo.
  8. I fantasmi – Non tutti sanno che che esiste una professione molto praticata e abbastanza lucrosa che si chiama Ghost Writer (scrittore fantasma). Visto che i grandi sfruttatori, i grandi affamatori, i grandi speculatori vogliono essere ammirati e avere diffuso consenso presso la popolazione dei rapinati, incaricano questi professionisti di scrivere le loro biografie per poi presentarle come autobiografie. I Ghost Writers non figureranno mai come veri autori dei libri che scrivono, facendo sembrare i grandi speculatori dei raffinati e fascinosi letterati. Queste biografie sono formalmente e stilisticamente bellissime, tutte intrise di buoni sentimenti e di quotate parole d’ordine (innovazione, creatività, competitività, rivoluzione, felicità, superamento dei limiti, coraggio, passione, etica, giustizia) e sono molto utili alla grande narrazione per trasformare gli squallidi predoni in eroi e miti. Oltre che per i libri, i Ghostwriters intervengono nella preparazione dei testi da sciorinare nelle interviste sui grandi canali televisivi, per rendere i multimiliardari simpatici, semplici e gloriosamente umili.
  9. I tecnici – occorre costituire una casta di persone dal curriculum stratosferico (nel senso che abbiano lavorato per istituzioni europee o per le grandi finanziarie) che apparentemente siano al di sopra delle parti e quindi il loro operato sia indiscutibile e inattaccabile, pena la derisione universale di chiunque li critichi. Per fare in modo che alcuni assumano il potere senza mai essersi presentati alle elezioni, la cosa migliore è farli passare come tecnici. Essendo tecnici sono oracoli del cielo, il loro parere è insondabile e indiscutibile. Splendido sistema per avere una lunga serie di presidenti del consiglio che non si sono mai presentati ad alcuna elezione. Splendido sistema per approvare dei provvedimenti che depredano lo stato e i cittadini: i tecnici sanno sempre quello che fanno, sono i cittadini che non capiscono nulla. Logica vorrebbe che quando qualcuno è al governo non potrebbe mai essere definito tecnico, perché le decisioni che prenderà saranno sempre politiche. Ma ingannare i cittadini è fin troppo facile. Basta narrare, narrare, narrare…
  10. Gli amici – Gran bella cosa l’amicizia. I grandi speculatori finanziari sono sempre in amicizia tra di loro e coloro che hanno i maggiori incarichi politici a livello mondiale sono proprio tanto amici, collaboratori e consulenti di questi. Il gruppo speculativo che va per la maggiore è ora Goldman Sachs, che ha espresso in Italia due presidenti del Consiglio (Mario Monti e Mario Draghi), i Segretari al Tesoro statunitensi Robert Rubin e Henry Paulson, la vicepresidente degli Stati Uniti Kamala Harris, il Governatore della Bank of England ed ex governatore della Bank of Canada Mark Carney e il presidente della Commissione europea José Manuel Durão Barroso. Una delle cose più curiose e apparentemente anacronistiche è che i grandi banchieri delle maggiori banche speculative (Rotschild, Warburg, Pierpont Morgan, Rockefeller e Goldman Sachs) oltre che rapporti di amicizia sono anche legati da rapporti matrimoniali: infatti quando non si sposano tra cugini all’interno della stessa casata (generalmente i Rotschild sono tutti cugini) si sposano con membri delle altre banche pari-grado. Quindi la finanza mondiale è nelle mani sempre delle stesse famiglie, esattamente come la mafia di un tempo.
  11. L’entusiasmo – anche l’entusiasmo è una bellissima cosa. Quando un membro del gruppo dei grandi speculatori internazionali viene innalzato ad un importante incarico l’entusiasmo della finanza, dei mercati e dei politici europeisti si spreca. Guardate gli entusiasmi travolgenti che accolsero Mario Monti in Italia e Alexīs Tsipras in Grecia. Tutti sono stati salutati come salvatori della Patria e risanatori dell’economia, ma praticamente non hanno fatto che vergognose svendite di risorse pubbliche alla speculazione privata, creando ulteriore recessione, povertà e disoccupazione. L’entusiasmo che accoglie Mario Draghi indica esattamente questo: l’Italia è nuovamente la vivanda con cui banchettare. Ogni volta che i mercati sono euforici vuole dire che hanno trovato il pollo da spennare. Ma la grande narrazione ci racconta che finalmente è giunto il grande statista che risistema tutto e che l’euforia dei mercati lo sancisce. Mercati euforici significa cittadini fritti, ma i cittadini non lo capiranno mai perché gli organi di informazione gli raccontano che sta andando tutto benissimo. E chi non è d’accordo è un complottista.
  12. La flessibilità – Che bella cosa essere flessibili, elastici, duttili. I sinonimi usati per raccontare menzogne si sprecano. Giorni fa ci fu un servizio televisivo su un canale nazionale dove veniva lodata la grande lezione di flessibilità che proveniva da un laureato, che prima svolgeva un ruolo dirigenziale in un’azienda e, in seguito, si era messo a fare il fattorino per consegnare le pizze. Che fulgido esempio! La parola flessibilità è usatissima nella grande narrazione per mascherare il crollo professionale, di funzioni e di salario. Vengono lodati come flessibili i lavoratori che accettano il dimezzamento dello stipendio a fronte di un aumento di orario, oppure coloro che accettano di lavorare full time per uno stipendio part time. Flessibilità è la parola d’ordine degli oscuri. Il passo successivo alla flessibilità è l’esubero, che nel linguaggio delle menzogne non significa euforia ma licenziamento. Quando un manager di una grande azienda annuncia flessibilità ed esuberi, i mercati vanno in euforia. Come Dracula va in euforia all’annuncio di sgozzamenti. Negli Stati Uniti ogni manager, appena si insedia, per far vedere che lui è il top, inizia il suo mandato con una strage. Mercati regolarmente in visibilio.

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