La grande narrazione

Austerità: ovvero spegnere il fuoco con la benzina

Nella grande narrazione c’è sempre la soluzione a tutto, quindi se il debito pubblico deborda a causa di una recessione (impoverimento dei cittadini) allora occorre una politica di austerità che è… una recessione indotta dallo stato. È ovvio che l’austerità provocherà ancora più recessione e allora lo stato chiederà ancora più austerità. E così via all’infinito, perché il cittadino sonnolento non si avvede che austerità e recessione sono sinonimi. Si farà una strage di aziende fallite e di persone alla fame, ma finché i cittadini ascolteranno solo la voce suadente della grande narrazione non ci sono alternative.

L’altra assurdità è che, in presenza di debito pubblico, si proceda a privatizzazioni di beni e servizi, soprattutto quelli che sono in attivo e rendono. Più aumentano i debiti più si privatizza, ma più si privatizza più aumentano i debiti perché lo stato si spoglia di risorse fruttifere. Deve essere taciuto il fatto che per uno stato un buon sistema di finanziamento consiste non nel cedere il capitale svendendo aziende, ma usare gli utili che quelle stesse aziende producono.

Ma visto che lo scopo degli oscuri è di depredare gli stati (rende infinitamente di più che depredare i singoli cittadini) la grande narrazione provvede a portare gli stati alla fame facendo credere ai cittadini che la colpa è loro.

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