Quali auguri per quali feste

Gli auguri hanno da lungo tempo perso il senso cerimoniale a cui erano collegati e le feste hanno perso il significato di accoglienza presso il proprio focolare (festa viene dal sanscrito vastya che significa, appunto, focolare). Ormai i primi si sono ridotti ad un duello verbale (non fosse mai che uno si permetta di dirmi “tanti auguri” senza che io contraccambi immediatamente gareggiando in iperboli, tanto le parole non costano nulla), le seconde si sono ridotte a mangiate pantagrueliche basate su menu imposti dalle convenzioni sociali. Continua a leggere

L’Euro contro l’Europa

“EURO-Symbol” by Wettach – Own work. Licensed under CC BY-SA 3.0 via Wikimedia Commons

Ne avessi trovato uno di giornali che operasse un distinguo! A quanto pare tutti sono convinti che Euro e Europa siano la stessa cosa e che l’uscita di un paese dall’Euro comporti automaticamente l’abbandono della permanenza nell’Unione Europea.

Eppure il fatto che Regno Unito, Svezia, Danimarca, Bulgaria, Croazia, Polonia, Repubblica Ceca, Romania ed Ungheria non siano nell’Euro, non fa nascere alcun sospetto che una qualche distinzione si possa immaginare.

L’incapacità di questa distinzione, sta mettendo in crisi più di mezzo secolo di sforzi per fare sì che nazioni che sono state in millenario conflitto l’una contro l’altra creassero una grandissima federazione con un prestigio internazionale, una vastità di popoli e territori, un mercato interno e una ricchezza culturale tale da non temere alcuna inferiorità rispetto alle altre grandi potenze che creano zone di influenza sul pianeta. Continua a leggere

La privacy dei biscotti

Penso che tutti i navigatori su internet si siano resi conto che, a partire dai primi di giugno 2015, tutti i siti presentano un messaggio che indica che il fatto di proseguire nella lettura implica l’accettazione dell’invio di cookies, in quanto è entrata in vigore la nuova legge sulla privacy del web. Continua a leggere

Nessuno ha mai smentito

Teatro Cartesiano – By Jennifer Garcia (Reverie) (Own work) [GFDL (http://www.gnu.org/copyleft/fdl.html), CC-BY-SA-3.0 (http://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/) or CC BY-SA 2.5-2.0-1.0 (http://creativecommons.org/licenses/by-sa/2.5-2.0-1.0)], via Wikimedia Commons

Sempre più spesso capita che delle persone sostengano delle tesi esageratamente discutibili e bislacche. Anzi, oserei dire che non esiste assurdità così inverosimile che non venga abbracciata da grandi numeri di seguaci, grazie anche all’immenso potere di diffusione acritica di internet.

Ed è per questo che mi diverto ad osservare come funziona il meccanismo di costruzione delle bufale: sfruttano una costellazione di meccanismi molto precisi, chiamati fallacie logiche.

Voglio qui esaminare una fallacia molto comune e ricorrente, che viene utilizzata a man bassa per asseverare assurdità perverse.

La possiamo chiamare nemo contradixit, una fallacia in cui si giustifica un’affermazione per mancanza di smentite ufficiali, ed è variante della celebre fallacia ad ignorantiam, in cui si giustifica la propria tesi con la mancanza di prove del suo contrario. Continua a leggere