Il paradosso dell’evasore

Nel mio mestiere di insopportabile guastafeste mi imbatto sempre più frequentemente nelle tonitruanti crociate contro gli evasori.

Viene detto che se non ci fosse l’evasione il debito pubblico sarebbe già stato annullato, che l’evasore è un parassita della società; viene rilanciato come un mantram lo slogan “pagare meno, pagare tutti”, e ogni tipo di paragone tra l’evasore e il male assoluto non è mai stato risparmiato.

Essendo considerata l’evasione il delitto civico per antonomasia, si è deciso di abolire ogni possibile libertà ai cittadini per meglio perseguirla: abolizione del segreto bancario e di qualsiasi correlata forma di privacy, abolizione delle transazioni in contanti e susseguente obbligo di diventare tutti clienti  delle banche, diminuito diritto di difesa di fronte ad accertamenti fiscali, accertamenti basati su paramentri induttivi e non più su riscontri documentali, istituzionalizzazione delle delazioni anonime, istituzione di uno spionaggio elettronico su tutti i cittadini gestito dall’agenzia delle entrate (si chiama Gerico 2014), e mille altre vessazioni che ognuno di noi subisce quotidianamente come sacrificio necessario alla lotta anti evasione. Continua a leggere

Rivoluzione sulle nomine?

Titolo altisonante sui giornali “Rivoluzione nomine, volti nuovi e tre donne presidente” (dice il Corrierone, ma gli altri giornali non si discostano). Questo perché sono stati nominati i nuovi managers delle aziende di Stato. Seguono mille pareri diversi, giudizi, valutazioni, acute riflessioni, vaticinii, profezie, moccoli, battute. Mi sprofondo a leggere e cerco dove stia la rivoluzione. Continua a leggere

Già fatto?

Che meraviglia! Per festeggiare l’arrivo della primavera, il popolare governo-talk-show, decide di cambiare il cuore della costituzione in pochissime ore, usando come principio ispiratore lo slogan “già fatto?” reduce dal grande successo nelle pubblicità degli aghi indolori.
In tempi record, assolutamente imbattibili, appronta un meraviglioso capolavoro di paradossi incrociati che darà ai comici un enorme superlavoro e una carriera lunga e garantita.
Avremo finalmente il conflitto di interessi come diritto, ma che dico, addirittura prassi costituzionale.
E’ stupenda questa rivoluzione copernicana: il futuro senato, costituito da eletti degli enti di governo locale, potrà legiferare sugli enti locali stessi, per cui potere legislativo, ed esecutivo saranno incarnati dalle stesse persone che saranno contemporaneamente anche controllati e controllori, legiferati e legiferatori, comandanti e comandati (o mamma! … come mi piacciono gli scioglilingua).
Nemmeno i miei amici complottisti incalliti sarebbero arrivati a concepire questo capolavoro. Abbiamo dei geni al governo: giù il cappello signori, ammirate, riflettete, provate ammirazione e rispetto, e, soprattutto, tacete attoniti, perché è la cosa che fa loro più piacere.
Pensare che solo un paio di anni fa c’era un gruppo di nostalgici della Fata Turchina che dicevano che “la costituzione non si tocca”. Per miracolo di S.Matteo si sono trasformati tutti in statue di sale.

Vaghe stelle dell’orsa

L’Orsa Maggiore vista dal telescopio Hubble e rielaborata al computer

Questa sera sono uscito sul terrazzo, tenendo tutte le luci spente, per gustarmi il cielo stellato primaverile. Mi sono cullato per un po’ in quell’incanto, e subito mi sono ricordato di quando, da bambino, pretendevo di memorizzare il cielo sopra casa per essere sicuro di saperla ritrovare in caso di necessità. Neanche fossi un marinaio in mezzo all’oceano. Allora non sapevo che le stelle si spostano come fanno gli umani, ma il solo tentativo di fissare nei miei occhi la loro posizione mi dava un senso di sicurezza in qualcosa che credevo eterno ed immutabile. Sono passate tante primavere, ma quella ricerca istintiva dell’Orsa Maggiore e quel senso di sicurezza riposto in quei pallini che brillano tremando nel buio è rimasto immutato. Sballottato dal continuo viaggiare sulle strade del mondo e dalle erratiche esperienze della vita, fin troppo ricca di lunghi e faticosi percorsi, faccio fatica a spiegare a me stesso cosa significhi “casa”.  Ma quando la giornata finisce, mi basta alzare gli occhi verso il grande buio perdendovi lo sguardo e sento che il mio cuore riposa nella casa della pace. L’unica dalla quale non ho mai tentato un esilio.